In Grecia, la ricorrenza di Pasqua è la più sentita e la chiesa Ortodossa rappresenta una fondamentale componente del tessuto sociale ellenico.
La tradizione vuole che si festeggi in famiglia, come il Natale qui in Italia, preparando una cena a base di carne allo spiedo. La solennità dell’evento è tale che la settimana che lo precede viene chiamata Settimana Santa e prevede giorni di digiuno con vari riti e antiche usanze.
Addirittura nei 40 giorni che precedono la Pasqua, non si dovrebbero mangiare carne, pesce, pollame e derivati del latte.
La Pasqua Ortodossa non va confusa con quella Cristiana, infatti gli ortodossi utilizzano per il calcolo dei giorni, il calendario giuliano, mentre i cristiani utilizzano quello gregoriano. Il risultato è che la Pasqua Ortodossa si verifica una settimana più tardi rispetto a quella Cristiana.
Tra le celebrazioni più caratteristiche c’è quella che prevede il volo degli aquiloni durante la Settimana Santa. Si inizia il lunedì antecedente la Quaresima e sui prati si susseguono voli di aquiloni con differenti modalità. Il Venerdì Santo rappresenta un giorno di lutto, di riposo assoluto e nelle chiese la sera si recita il Vespro. A questo segue la processione funebre durante la quale un simulacro di Cristo deposto in una bara coperta di fiori viene fatta sfilare lungo le vie. L’apice arriva il Sabato Santo, allo scoccare della mezzanotte. Questo è infatti il momento in cui il “pope”, il sacerdote ortodosso, bussa tre volte alla porta maggiore della chiesa e annuncia la resurrezione di Cristo a qui fanno seguito l’apertura delle porte, l’inno della resurrezione e il tradizionale lancio di foglie di alloro. Segue poi il ritorno dei fedeli alle loro case, in processione e con le candele accese in mano. Una volta arrivati, essi faranno una croce con il fumo della candela sulla parte superiore della porta di ingresso, accenderanno i lumini davanti alle immagini sacre e infine potranno cenare con uova rosse, la tradizionale zuppa maghiritsa e gli spiedini (kokoretsi).
La frase rituale con la quale inizia la Domenica di Pasqua è “Christos anesti”, che significa “Cristo è risorto” e si pronuncia facendo sbattere le uova dipinte di rosso una contro l’altra. La risposta rituale sarà “alithos anesti”, che significa “è veramente risorto” e bisogna assicurarsi che le uova non si rompano.
Durante la Pasqua Ortodossa le famiglie e gli amici si ritrovano insieme e si pranza con agnello cotto allo spiedo, in genere manuale. Quest’ultimo di fa girare per ore facendo a turno, passando sulla carne una foglia precedentemente bagnata nel tradizionale ladorigani, fatto con olio ed origano. Mentre intorno si canta e si balla per festeggiare la resurrezione, tutti possono avvicinarsi e prendere porzioni di carne da accompagnare con vino e auguri. La frase da dire è “chronia polla!” che sta proprio a significare “tanti auguri!”.
Vi consigliamo di trascorrere la ricorrenza della Pasqua Ortodossa sull’isola di Corfù lungo le vie del Centro Storico, vicino la Chiesa di San Spyridon e nella immensa Piazza Spianada che sia affaccia sul famoso Liston di Corfù.
Parti con noi per vivere i riti della settimana santa ortodossa ed immergerti in questa atmosfera a dir poco magica e misteriosa…
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